VicoQuartoMazzini

La Ferocia

dal romanzo di Nicola Lagioia

“Una musica entra nei paesi e raccoglie il dolore di ogni singolo per disperderlo di nuovo tra le rocce e gli uliveti, simile alle ceneri delle generazioni morte, in modo che su ognuno gravi la stessa pace. In questo è l’infelicità del Sud, il suo intoccato privilegio.”

La Ferocia

Vittorio Salvemini è venuto dal nulla e, come da copione, vuole tutto. Costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni ‘70 in poi ha inanellato una serie di successi professionali che l’hanno portato a essere proprietario di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Bari a Phuket, passando per Parigi e Istanbul. Solo le contraddizioni di qualunque ascesa sfrenata riusciranno a mandare in frantumi le sue sicurezze. A queste è legata la morte della figlia Clara, trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale che collega Bari a Taranto.

La Ferocia, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Lagioia (Giulio Einaudi Editore), vincitore nel 2015 del Premio Strega e del Premio Mondello, mette in scena il trionfo e la rovina della rabbia cieca dell’occidente. Lo fa raccontando la storia della famiglia Salvemini, una saga familiare in cui le colpe dei padri si annidano nella debolezza dei figli. Un bestiario che racconta della nostra incapacità di sopprimere l’istinto di prevaricazione e il nostro essere perennemente incatenati alle leggi della natura.

“Secondo alcuni la disciplina che meglio spiega il nuovo secolo è l’etologia. Metti una volpe affamata davanti a un branco di conigli e li vedrai correre. Corri in una piazza piena di colombi e li vedrai volare. Trova il colombo che non vola.”

La vicenda dei Salvemini ha il calore di una tragedia contemporanea, particolare e universale allo stesso tempo, e si nutre delle parole nate dalla penna di un grande romanziere, nato e cresciuto in un Sud da sempre attraversato da grandi narrazioni.

dal romanzo di Nicola Lagioia
ideazione VicoQuartoMazzini
regia Michele Altamura, Gabriele Paolocà
adattamento Linda Dalisi
con Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella, Francesca Mazza, Marco Morellini, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti
scenografie Daniele Spanò
disegno luci Giulia Pastore
musiche Pino Basile
costumi Lilian Indraccolo
aiuto regia Jonathan Lazzini
realizzazione scenografie Officina Scenotecnica Gli Scarti
direttore di scena Daniele Corsetti
progetto audio Niccolò Menegazzo
datore luci Marco Piazze
cura della produzione Francesca D’Ippolito
ufficio stampa Maddalena Peluso
consulenza artistica Gioia Salvatori
produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, LAC Lugano Arte e Cultura, Romaeuropa Festival, Tric Teatri di Bari, Teatro Nazionale Genova

Vittorio Salvemini è venuto dal nulla e, come da copione, vuole tutto. Costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni ‘70 in poi ha inanellato una serie di successi professionali che l’hanno portato a essere proprietario di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Bari a Phuket, passando per Parigi e Istanbul. Solo le contraddizioni di qualunque ascesa sfrenata riusciranno a mandare in frantumi le sue sicurezze. A queste è legata la morte della figlia Clara, trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale che collega Bari a Taranto.

La Ferocia di Lagioia in scena
“Questa Ferocia teatrale, insomma, è un congegno perfetto da molti di punti di vista, un’opera sapiente in tutte le sue parti, a partire ovviamente dalla regia di Altamura e Paolocà (…) Di fronte a uno spettacolo così inedito nel nostro panorama non si può non riconoscere qualcosa che ci riguarda, e che ha a che fare sicuramente con l’antica questione del destino e delle scelte individuali, ma soprattutto con la sensazione, quella invece assai contemporanea, che la colpa di questo disastro di mondo è di tutti e di nessuno allo stesso tempo, e che tante volte, in mezzo alle macerie che continuano a cadere, non si sa davvero come si possa cominciare a ricostruire”
Rossella MennaDoppiozero

Lotte di potere e un erotismo che sa di morte. “La Ferocia” di Lagioia finisce in una teca
“Uno spettacolo che ha reso con giustizia gli elementi migliori del romanzo e ha trovato, attraverso una regia intelligente, il modo di rendere una vicenda intricata, dalle mille voci e dai mille occhi.Resta addosso dopo averlo visto l’amarezza di aver assistito a una morte per sentito dire, come spesso accade alle donne vittime di violenza, cannibalizzate dalle figure dei carnefici e dalla narrazione che altri ne fanno, in assenza”
Giulia CaminitoLa Stampa

«La ferocia», nel ricatto politico e corrotto della famiglia
“Un ritratto crudele e insieme assai normale, come il teatro raramente riesce a rappresentare, e raccontarci. Grazie al romanzo di Lagioia, e alla volontà di VicoQuartoMazzini, nasce uno spettacolo fuori dall’ordinario”
Gianfranco CapittaIl Manifesto

LA FEROCIA, COME UN VELENO DEL SOTTOSUOLO ITALIANO
VicoQuartoMazzini (…) ha adattato in maniera convincente e magnetica per il teatro, con lo spettacolo che mantiene il titolo del romanzo (“La ferocia”) trasportandolo nell’incarnazione dei corpi sulla scena, verso quella radice tragica da cui tutte le storie di dissidio, rancore, lotta di potere provengono, ma restituendone l’attualità, con una vena esplicita di denuncia. (…) L’adattamento di VicoQuartoMazzini ha dato corpo e vita al romanzesco, lo ha riscritto con intelligenza, dando una fisicità che accentua il realismo del romanzo, in una trasformazione, attraverso il linguaggio artistico della scena, della realtà che si fa così reale davanti ai nostri occhi.”
Mario de SantisMinima & Moralia

Nicola Lagioia, La Ferocia. Quel pasticciaccio brutto della Bari bene.
“Michele Altamura e Gabriele Paolocà, attori e registi, in altre parole la compagnia VicoQuartoMazzini, assieme alla dramaturg Linda Dalisi, hanno tentato una audace impresa. Far esplodere tra pareti domestiche, dentro a una casa, ciò che lo sguardo dello scrittore leggeva nell’estensione intera della sua regione – la Puglia – e del proprio paese – l’Italia velenosa. (…) Con La Ferocia, VicoQuartoMazzini fa un passo davvero importante.”
Roberto CanzianiQuantescene

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